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Riflessioni

Opera campagna francese

Riflessioni sul cambiamento

Pur essendo noi i responsabili del nostro destino, la maggior parte delle persone fatica molto a esserne protagonista. Esitano e poi si fermano di fronte a percorsi possibili di maggiore qualità. Non si consentono di sfruttare tutte le loro potenzialità. Perché? Perché il costo richiesto a loro pare troppo elevato e hanno la sensazione di non avere gli strumenti per poterlo saldare. Insomma, è la debole consapevolezza di sé, dei propri talenti e delle proprie qualità (insomma la mancanza di autostima) che inceppa il buon vivere, spinge a entrare nel buio del’ ormai, e impedisce di rilanciare il nostro percorso dicendoci: perché no?.

Ormai Perché no?

Sono passati una quarantina d’anni da quando ho iniziato a occuparmi della cura dei malesseri psicologici e dei problemi psichiatrici di una moltitudine di persone. Spesso, quando si sta male, occorre un aiuto farmacologico, ma può
essere l’occasione per ascoltare la voce dei sintomi e usarli a proprio beneficio, facendosi aiutare a capire quali sono le radici profonde del proprio malessere.
Alla radice dei problemi della grande maggioranza delle persone che ho avuto in cura stava – e sta – la mancanza di vedere quella prospettiva che posso riassumere in questo modo: quando ci si sente chiusi in un angolo, c’è sempre una via d’uscita. Quando non la si vede è perché si ha il timore di intraprenderla: per la preoccupazione di non essere capaci di affrontarla; per desistenza; perché sembra meno dispendioso pensare “ormai è così e mi devo adattare”, piuttosto che rilanciare dicendosi “perché non correre il rischio di una novità per una vita migliore”.

Riflessioni sul buon vivere

L’esperienza clinica l’ho trasferita in particolare in uno dei miei libri “Scegliamoci il destino” nella cui conclusione ho delineato questo decalogo del buon vivere:

  1.  Mettiamoci al centro della nostra esistenza
  2. Non temiamo di perdere l’equilibrio
  3. Perdoniamoci gli errori e siamo tolleranti con i nostri limiti
  4. Non interpretiamo copioni assegnati da altri.
  5. Non preoccupiamoci di sembrare egoisti
  6. Evitiamo di essere masochisti in amore
  7. Riconosciamo ciò che ci dà piacere
  8. Stiamo a contatto con i nostri istinti
  9. Utilizziamo i sintomi a nostro vantaggio
  10. Non temiamo di cambiare strada

Riflessioni sul buon vivere in coppia

Vivere in coppia non è certo un percorso di quelli sempre agevoli.
Lavorando da tantissimi anni con le coppie, ho constatato quanto sia vera la considerazione di Tolstoj in Anna Karenina quando scriveva “tutte le famiglie felici sono simili tra di loro, ogni famiglia infelice lo è a modo suo”. Ogni coppia in crisi ha infatti la propria caratteristica di sofferenza, che dipende da tanti fattori pratici e psicologici. Aspettative, bisogni, illusioni, storie personali, rivendicazioni di ciascuno dei due partner, possono fare irruzione, spesso inconsapevolmente, nella vita di coppia e mandarla fuori giri.
A questo e alle possibili accortezze per arginare alcune cause delle crisi, ho dedicato un libro “Amici, nemici, amanti possibili” nel cui epilogo ho elencato alcune misure alle quali sarebbe bene prestare molta attenzione se il vivere insieme vuole sopravvivere ai possibili inciampi.

Eccoli:

  • Svelare i sentimenti, anche quando sono negativi
  • Mantenere e permettere gli spazi liberi
  • Evitare la permalosità e il suo rappresentante più incombente: il broncio
  • Non prefissarsi l’obiettivo di far cambiare il partnerDare spazio all’intimità, prima ancora che al sesso
  • Lasciare i genitori a casa loro
  • Tenere a bada l’ipocrisia
  • Fiducia reciproca per ricominciare